Cos’è la Fitoterapia
La fitoterapia moderna non segue filosofie o credenze religiose, né metodologie diagnostiche o terapeutiche diverse da quelle della medicina scientifica. In questi ultimi decenni infatti, grazie ai progressi della chimica vegetale, è stato ed è possibile misurare ed isolare, in maniera ben definita e standardizzabile, i vari costituenti della pianta, in modo da studiarne, attraverso indagini farmacologiche e sperimentazioni cliniche, l’assorbimento, la metabolizzazione, il meccanismo d’azione, l’eliminazione, gli eventuali effetti collaterali e le interazioni con farmaci di sintesi.
Lo studio scientifico dei medicamenti vegetali e l’impiego secondo le metodologie diagnostiche e terapeutiche della medicina scientifica permettono di definire la fitoterapia come quella branca della medicina che consente un corretto uso a scopo preventivo o curativo di prodotti medicinali la cui sostanza attiva è costituita esclusivamente da una preparazione vegetale.
Domande frequenti
VERO - La pianta medicinale rispetto al farmaco di sintesi o al principio attivo singolo presenta una minore tossicità, particolarmente importanti per i bambini e anziani. Nelle piante medicinali l’eventuale tossicità risulta più blanda rispetto al farmaco di sintesi
Questo è dovuto al fatto che all’interno della pianta oltre al principio attivo sono presenti anche sostanze inerti e sostanze che modulano l’attività farmacologica. Così nel caso del rabarbaro, la presenza dei tannini rende l’azione lassativa dei sennosidi (principio attivo) meno aggressiva grazie al loro effetto astringente.
FALSO - La pianta medicinale agisce per effetto placebo o comunque non è efficace quanto il farmaco di sintesi
Le piante medicinali agiscono in quanto contenitori di sostanze chimiche “naturali”, ma farmacologicamente attive. Oggi molte ricerche scientifiche hanno chiarito la composizione chimica delle piante e, in misura sempre maggiore, la loro attività farmacologica e clinica stabilendo per molte di esse il relativo ruolo nell’ambito della terapia medica, come ad esempio l’Hypericum perforatum per la depressione lieve-moderata, la Gingko Biloba per la claudicatio intermittens o l’Echinacea purpurea come immunostimolante.
VERO - La pianta medicinale presenta una molteplicità di azioni consentendo di curare con un unico rimedio più patologie/problemi.
Questo è dovuto al fatto che al suo interno sono presenti più principi attivi ciascuno con una sua attività specifica, per cui con lo stesso rimedio è possibile affrontare più problemi che altrimenti richiederebbero l’assunzione di più farmaci nella stessa giornata. Un esempio ci viene fornito dall’aglio che determina un abbassamento del colesterolo plasmatico, un abbassamento della pressione ed è anche dotato di attività antiaggregante piastrinica e antibatterica.
FALSO - Le erbe medicinali sono sostanzialmente innocue, perché “naturali” e perché impiegate da tempo nella tradizione popolare
Naturale non è sinonimo di innocuo è importante ricordare che i prodotti a base di erbe officinali contengono piante medicinali o loro derivati che rappresentano un pool di sostanze, talora anche molto complesse, dotate di attività farmacologica e per questo, se non opportunamente utilizzate, possono determinare effetti avversi, reazioni allergiche o interagire con i farmaci.
Per tale motivo è sconsigliato utilizzare questi prodotti senza la consultazione di personale esperto soprattutto in specifici pazienti o in speciali circostanze, come il periodo peri-operatorio, la gravidanza o l’allattamento, nei trapiantati o in coloro che assumono farmaci convenzionali.